DUE PALAZZI DEL 19° SECOLO
A pochi passi dall'Arno e dal cuore della Firenze antica, appena lasciate le luci delle vetrine scintillanti dello shopping di lusso, il pregiato edificio che ospita l'Hotel Executive appare maestosamente nella prospettiva del Borgo Ognissanti come un singolare ed elegante monumento, rara testimonianza dello stile eclettico ottocentesco. Il complesso alberghiero che accoglie l'Hotel coinvolge infatti due edifici di notevole pregio architettonico ed artistico, entrambi edificati nel XIX secolo ma in epoche diverse, ciascuno con una propria storia e personalità, legati alle vicende storiche della città e delle nobili famiglie che li abitarono.
L'edificio a loggia di stile neoclassico era anticamente il cosiddetto Terrazzino Reale sul Prato, palco ligneo fatto erigere dal Granduca di Lorena nel punto dove la strada che conduceva alla Porta al Prato ed al Parco delle Cascine formava un angolo ottuso permettendo un'ampia visuale. Il Palco accoglieva la Sua Corte in occasione delle corse dei cavalli berberi, manifestazione di origine antichissima richiamata anche da Dante nella Divina Commedia, che si svolgeva per festeggiare importanti eventi storici, vittorie e successi militari o importanti ricorrenze religiose.
La cerimonia che inaugurava ogni celebrazione della gara prevedeva la presentazione del Palio, drappo realizzato con stoffe preziosissime, e la rassegna dei cavalli da parte del Granduca che, seduto presso la Loggia del Terrazzino Reale, allestita sontuosamente con tendaggi e drappeggi per l'occasione, dava il segnale di partenza ed annunciava il nome del cavallo vincitore, dando inizio ai festeggiamenti popolari.
Successivamente, con la trasformazione in parco pubblico delle Cascine Granducali e i lavori di apertura del Lungarno Nuovo (oggi Vespucci) fino alla Porticciola di Ognissanti (che si trovava proprio in prossimità dell'edificio, verso l'Arno), il Granduca Ferdinando III, nel 1819, decise di trasformare il Terrazzino ligneo in una struttura in muratura, incaricando l'architetto Luigi Cambray Digny, molto in voga nella Firenze dell'epoca e che in quel periodo si stava occupando di numerose opere, tra cui il parco romantico del Giardino Torrigiani. Fu grazie al gusto eclettico e neoclassico del Cambray Digny e alle competenze ingegneristiche del suo assistente Giuseppe Martelli (che in Francia aveva appreso nuove avanguardistiche tecniche costruttive) che la Loggia, la cui costruzione richiese alcuni anni fino al 1829, riuscì come un grazioso manufatto architettonico.
Singolare è infatti la sapiente mediazione del gusto filo egizio (ricreato nel vestibolo interno) e delle forme esterne del tempietto ellenistico (con pronao costituito da snelle colonne in pietra arenaria trabeate, poggiate su un alto basamento e decorate da capitelli con fregi a palmette e ghirlande di foglie in pietra, realizzati con copie originali in gesso dei decori del Pantheon) in uno stile squisitamente neoclassico. L'edificio, nella soluzione strutturale ardita, univa quindi l'eleganza costruttiva alla grazia della decorazione. Tale risultato appare oggi meno evidente a seguito della successiva tamponatura degli intercolumni con pareti in muratura, presumibilmente effettuata, quando fu acquistato dalla nobile famiglia Giorgi de Pons, che nel frattempo abitava nel Palazzo adiacente. Gli interni furono studiati secondo i gusti dell'epoca, volti a cogliere suggestioni francesi ed egizie ed echi classicheggianti, che ancora oggi si respirano nell'atrio con le quattro colonne monolitiche e nei bassorilievi ispirati all'arte antica che si trovano oggi negli ambienti dell'Hotel.
I soffitti della grande sala che si affacciava sulla Loggia (attualmente ospitante la camera da letto della lussuosa Suite del Granduca) furono affrescati dal pittore Luigi Ademollo, invitato a Firenze dal Granduca Ferdinando III e dalla moglie, Granduchessa Elisa, per la decorazione di Palazzo Pitti, ed infatti, negli affreschi che ancora oggi si conservano nell'elegante Suite, raffiguranti scene mitologiche e preziosi fregi, si ritrova lo stesso stile sfarzoso che i Lorena vollero per rinnovare il loro prestigio nella opera di Restaurazione a seguito della occupazione Francese della città.
Con le grandi opere urbanistiche determinate dal Piano dell'Architetto Giuseppe Poggi che, nel periodo in cui Firenze fu capitale d'Italia (1865-1871) attuò una profonda ed imponente trasformazione della città, tutta la zona, anticamente libera ad orti e giardini, cambiò notevolmente aspetto e furono create nuove strade, piazze e palazzi, distruggendo gli antichi insediamenti e inglobando le edificazioni esistenti nella nuova configurazione prospettica secondo gli stilemi consoni alle esigenze di decoro della nuova classe borghese. E di questa trasformazione è frutto anche il Palazzo Giorgi de Pons che ospita il cuore dell'Hotel Executive, un elegante edificio ad intonaco avorio e grigio con grandi finestre, l'ingresso arricchito da un terrazzo sorretto da quattro importanti colonne, e sormontato da uno stemma nobiliare raffigurante un mandorlo al naturale cinto da una fascia trasversale.
Tale edificio infatti ben prima di subire il restyling secondo i dettami del Piano Poggi, apparteneva alla Famiglia Giorgi, illustre e nobile casato con vaste proprietà nel Castello di Querceto, presso Sesto Fiorentino, zona nelle allora campagne adiacenti alla città in cui molte famiglie nobili fiorentine possedevano ville e parchi. Il capostipite della Famiglia visse nel XIII secolo e si chiamava Mandorlo, da cui la creazione dello stemma araldico che tutt'oggi è rappresentato come marchio dell'Hotel. Intorno al 1830 un ramo della Famiglia si trasferisce a Firenze ed acquista l'edificio, presumibilmente consistente in un piccolo palazzo di epoca settecentesca (mentre la Loggia adiacente, appena trasformata dal Granduca, era di proprietà dello Scrittorio delle Regie Fabbriche), dove abita fino al 1848. Le vicende della Famiglia Giorgi si intrecciano con la storia del Palazzo e della Loggia Granducale quando l'Illustrissimo Capitano dell'esercito austriaco Giorgio Giorgi sposa nel 1833 la ginevrina Caterina de Pons: insieme abitarono il Palazzo e successivamente al 1860 anche la Loggia, come testimoniato dalla presenza di un bell'affresco nello scalone interno che mostra un maestoso stemma sorretto da putti e amorini in cui i due stemmi (il mandorlo dei Giorgi e le lune crescenti dei de Pons) sono legati indissolubilmente; infatti con Decreto Sovrano del 1860 si aggiunge al nome originario Giorgi il nome del casato de Pons.
Altre raffigurazioni dei due stemmi sono rappresentate nell'elegante cornicione ligneo sul lato della Loggia. Col temporaneo trasferimento della famiglia a Livorno nel 1848, il Palazzo venne poi affittato alla Principessa russa Poulitshoff ed ancora, intorno al 1860, venne creata una locanda, per ospitare molti dei viaggiatori, soprattutto artisti, letterati e ricchi commercianti stranieri, che in quel periodo si trovavano a visitare Firenze, divenuta centro culturale, mondano e romantico. Nel 1925 il Palazzo fu acquistato dai Marchesi Federigo Fossi ed Eleonora Sacchetti che lo abitarono in parte, mantenendo l'antica locanda denominata Pensione Ravasso sino alla fine degli anni Sessanta, quando il Palazzo fu venduto e dopo qualche anno di ristrutturazione venne trasformato nell'Hotel Executive.
La Loggia Granducale fu invece acquistata nel 1948 dalla Marchesa Oretta Bartolomei Corsi come propria residenza e, dopo la sua scomparsa, l'edificio fu sede di una Fondazione scientifica sino al 2001, quando fu acquistato dalla società proprietaria dell'Hotel Executive. Nel 2004 finalmente, con una delicata opera di ristrutturazione e di arredo, sotto l'alta sorveglianza ed il beneplacito della Soprintendenza ai Beni Artistici e Architettonici, i sontuosi ambienti della Loggia sono stati definitivamente collegati al Palazzo Giorgi de Pons ed è stata creata una suggestiva ala dell'Hotel in cui si respira ancora l'allure dei fasti e delle vicende storiche dei secoli scorsi.